NON E' IMPORTANTE DOVE ARRIVI MA QUELLO CHE PROVI MENTRE VAI.

martedì 31 gennaio 2012

LA PORTA....




Mesi a farsi forza. A recuperare un po’ di energia. A recuperare la mia ironìa. E a coprire un po’ il dolore con l’azione. Mille cose da fare. Mille a cui pensare. Serena da amare. Senza mai dimenticare.

Le persone aspettano solo che tu torni a sorridere. Aspettano solo di non vederti più star male perché non sanno cosa dire. Alcune perché ti vogliono bene. E tu li accontenti perché ne hai bisogno quanto loro hanno ancora bisogno di te , come prima. 

Non sarò più come prima . Sarò ancora io con una ferita in più che pochi comprenderanno fino in fondo. Sarò peggio in alcune cose e meglio in altre. La sofferenza insegna. E vai avanti.

Poi ci sono giorni come questo. In cui guardo fuori dalla finestra la neve che scende. Chiudi gli occhi e ti vedo. Imbacuccato col capuccio in testa che spali la neve davanti a casa.

Ti osservo ancora un attimo sperando che queste immagini non si perdano. I tratti del tuo viso. Il suono della tua voce che mi dice di andare piano, di stare attenta. Ora sono attenta mentre ti guardo.

Ieri quando sono andata dalla mamma la neve davanti a casa era stata spalata. Brivido sulla schiena. Papà sei tornato? Quell’aereo finalmente ti ha portato a casa? A volte mi capita di pensarlo.

Poi era stato il vicino. La mamma si è commossa.

Entro in casa. Serena gioca. La Michy è con lei sul divano. La mamma in cucina. Siamo tutte qui. Le tue donne. Mi siedo. A volta aspetto ancora che una delle porte si apra e tue esca. A dirci cosa fare. 

Risalgo in macchina. Fa freddo. Le lacrime mi scaldano come il tuo ricordo sempre presente.
E mi accorgo che l’unica porta che aprirai ancora e sempre è quella del nostro cuore.

Ti amo papà. Mi manchi.


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